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7 nov 2011

Gazza ladra

Rieccomi. Sono una persona incostante, diciamo che se fossi un animale forse sarei una gazza ladra: appena trovo qualcosa che luccica, di nuovo, mi stanco delle cose vecchie e le voglio abbandonare, perdendo la voglia di gestirle e aggiornarle. Sapevo che con questo spazio, questo blog, sarebbe stata la stessa storia: wordpress (sì dai, la concorrenza) mi attira e parecchio. Cosa fare? Alla fine sarebbe sempre la stessa rincorsa verso qualcosa di sempre nuovo, e non per questo migliore.
Facebook è rientrato prepotentemente nella mia vita, occupa molto spazio del mio tempo libero, lo schiavismo facebookiano torna a dominarmi. Sto adottando degli stratagemmi, non scoperti per conto mio, per allontanarmi un po'. Tra questi, c'è la possibilità di essere aggiornati su quello che avviene sul tuo profilo e sulle persone che segui tramite l'email. Può essere un valido strumento per non accedere troppo spesso, e restare comunque connessi se qualcuno vuole dirti qualcosa tramite messaggio privato (ho impostato che mi arrivino mail sono quando qualcuno mi invia un messaggio privato, e poi direttamente rispondere da lì, senza dover accedere su facebook). Sì lo so, sono patetico: che ci vuol fare?

Comunque sono qui anche per condividere un po' di musica, che a me piace.
Confesso che all'inizio questo album mi annoiava, e parecchio: mi sembrava tutto uguale, poi quelle cantilene felici e allo stesso tempo tristi, una vera palla. Poi tra viaggi in bicicletta, analisi matematica con la musica sparata negli orecchie, il ritmo mi è entrato, e il cd ha finalmente ingranato la giusta marcia, e che marcia. Vi consiglio un ascolto disinteressato, quando meno siete alla ricerca di qualcosa di musicalmente complesso e impegnativo: a me è incominciato a piacere lì. E più ascolto, più entro nel sound, più apprezzo le tracce e capisco che non è affatto banale e stupido e frivolo come cd. Un po' di malinconia, dolce malinconia, per l'autunno inoltrato. Due delle canzoni che preferisco:

The Drums, I need fun in my life




The Drums, Me and the Moon





27 ott 2011

Relax take it easy

"Ma sei gay? Perché io non ho niente contro di loro, ma se avessi un figlio lo butterei fuori di casa" Io: "Ma stai scherzando." "No, solo che non posso farlo per legge."

Saran pure cazzate adolescenziali, ma ormai temo che siamo belli che cresciuti, e certe cose sono penetrate nelle persone. Io ho ovviamente risposto che non sono gay, cosa mi sarei dovuto aspettare? Non ce la faccio, mi prende un'ansia assurda che mi sale per le viscere, che mi mozza il fiato, che mi fa avere un casino in testa. Prima o poi riuscirò a tirare fuori le palle, e a dirlo senza problemi, intanto racconto le mie esperienze ad amici e a questo blog, un po' amico anche lui. Ma mi chiedo? Che cazzo di discorso è?
Serve un cambiamento ancora, finirà prima o poi? 

24 ott 2011

Can I change now?

Facebook, è tornato. Venerdì scorso è finita la pausa settimanale che mi ero preso dal social network. L'esperienza è stata positiva, e credo che i suoi effetti benefici si stiano facendo sentire, anche se tra qualche giorno sarà come prima, lo sento. Senza facebook non ho trascorso meno tempo al pc, anzi: mi sono visto un sacco di puntate di una serie televisiva su cui mi sono fissato, ho fatto cose e visitato siti che prima avevo sempre lasciato da parte, catturato dal grande polpettone facebookiano. Quindi, quali sono questi effetti benefici, se apparentemente sono stato lo stesso tempo connesso al web? Beh, prima di tutto, sono riuscito a pensare un po' alla mia vita (WTF!?). Senza essere ossessionato dalla necessità di accedere al mio profilo in attesa di succulenti notifiche, ho riflettuto sulla sensatezza o meno di quello che stavo facendo, e sui miei rapporti interpersonali. Mi sono accorto che, a differenza di quanto pensavo i primi giorni della pausa facebookiana, i rapporti con le persone mie amiche, e non, non si riducono, anzi si arricchiscono. Il non sapere niente su cosa facciano i tuoi amici e i tuoi conoscenti (o comunque il non essere continuamente aggiornati sui loro gusti e sui loro spostamenti), permette di gustare con più sincerità e maggiore curiosità gli incontri reali con le persone, e riesce a dare un taglio nuovo e nuova piacevolezza alle chiaccherate con persone che non vedi da tanto, per il semplice fatto che sai poco su di loro, e senti davvero la necessità di informarti a tu per tu sulla loro vita. E sono arrivato anche a pensare che le amicizie, più o meno importanti, non sono supportate (o comunque, non è una condizione necessaria sui cui basarle) da continui post, discussioni condivise, foto ecc.. che possono essere postate tra te e le persone in questioni: il bello è proprio il non vedere per tanto tempo alcune persone, e poi improvvisamente sentir parlare di loro, o incontrarle per caso, ed essere felici per la tua beata ignoranza.
Comunque da sabato notte sono tornato, nelle tue grinfie fameliche, ma per ora sto resistendo alla tua vortice di attrazioni che alimentano il mio ego (o forse proprio il mio ego mi ha portato a impormi e a distaccarmi? La storia della indie-aggine credo tormenterà la mia strada verso l'"adultità", per dirla come una compagna d'università). Riesco ancora a tenermi a debita distanza, accedo solo alcune volte (3 o 4, o anche 5 o 6, magari anche di più) per vedere se qualcuno mi cerca: ma la distanza che si è imposta tra me e facebook sarà colmata tra pochi giorni. Sarò sempre il solito fissato-tossicodipendente-facebook addicted, o qualcosa è cambiato?

20 ott 2011

Dead hearts


Un altro video da questo fantastico gruppo, che amo e che con il loro ultimo album (escludendo alcune canzoni) mi ha stregato.

Ho in mente diversi argomenti che vorrei trattare, spero di trovare le parole e il tempo per metterli per iscritto.

Guten nacht, se tu are reading me.

Stars, Dead Hearts

Tell me everything that happened,Tell me everything you saw.They had lights inside their eyes...They had lights inside their eyes...Did you see the closing window,Did you hear the slamming door?They moved forward and my heart died...They moved forward and my heart died...Please, please tell me what they looked like,Did they seem afraid of you?They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...
I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.It's hard to know they're out there,It's hard to know that you still care.I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.Dead hearts are everywhere!Dead hearts are everywhere!
Did you touch them, did you hold them?Did they follow you to town?They make me feel I'm falling down...They make me feel I'm falling down...Was there one you saw too clearly,Did they seem too real to you?They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...
I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.It's hard to know they're out there,It's hard to know that you still care.I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.Dead hearts are everywhere!Dead hearts are everywhere!
I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.It's hard to know they're out there,It's hard to know that you still care.I can say it, but you won't you believe me.You say you do, but you don't deceive me.Dead hearts are everywhere!Dead hearts are everywhere!
They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...Now they're all dead hearts to you...Now they're all dead hearts to you...They were kids that I once knew...They were kids that I once knew...Now they are all dead hearts to you...

19 ott 2011

Mi piacciono i ragazzi

E' un po' che avevo in mente di scrivere un post del genere. Un post che parlava di omosessualità. Perché mi trovo solo ora a scriverlo? Perché in fondo ho ancora paura, timore di dirlo apertamente. Non perché io me ne vergogni, non più, anzi, lo considero un punto a mio favore il fatto di averlo accettato, e di averne parlato con le persone più importanti della mia vita. E allora perché? Perché pensarci su prima di dirlo, perché essere titubanti su scrivere un post a riguardo? La risposta è scontata e semplice, ed è dura da ammettere perché vuol dire che ho ancora un bel po' di strada da fare: non è ancora una cosa che riesco a trattare normalmente, come un argomento sui pc, o un qualunque altro discorso. In fondo ho ancora paura delle reazioni delle altre persone, anche se sono consapevole di essere più forte e di essere pronto ad eventuali volta-faccia. Vorrei che fosse veramente una cosa normale, ma so che il non parlarne non mi aiuta in questo.
Mi va un po' di raccontare la mia esperienza, voglio condividere un po' di me, stavolta con parole chiare e discorsi coincisi. So da parecchio di provare maggiore attrazione verso i ragazzi, anche se è una cosa che non ho mai accettato durante la crescita, imputando i miei gusti alla fase di crescita. Ho avuto le mie storie con le ragazze, più o meno importanti, ma in fondo sapevo che stavo facendo del male a me stesso e a loro. Quindi boom, dopo aver trovato una persona fantastica a cui parlarne, seguendo i suoi consigli sono andato al centro d'ascolto. Okay, lo so, chi non c'è mai stato pensa che sia una cosa fuori dal mondo, per pazzi, per sfigati: lo pensavo anche io. Infatti prima di andarci ero titubante. Poi dopo il primo incontro con la signorina del centro, gentilissima, ho capito e ammesso a me stesso che per me l'omosessualità era un problema anche perché non ne volevo assolutamente parlare. Magari sarà capitato a molti altri, ma appena i miei amici, o i parenti, parlavano di gay, mi si rizzavano i peli delle gambe, mi agitavo, cercavo di non attrarre l'attenzione: mi nascondevo. Insomma, dopo un po' di incontri sono riuscito ad aprirmi, a trovare un'altra persona (in questo caso sconosciuta) oltre alla mia amica, che mi ascoltava e a cui non cambiava assolutamente su chi vertevano le mie fantasie amorose e sessuali. Quindi, diventato consapevole che il problema era il non averlo detto per anni e anni, ho trovato la forza (non so bene dove) e mi sono forzato a parlarne. Voglio marcare l'espressione "mi sono forzato", perché quando stai per dirlo alle persone c'è una parte di te che non vede l'ora di tirare fuori il rospo, ma al tempo stesso c'è un'altra parte, che ti ha fatto tacere per anni, che per proteggerti (crede che il non dirlo ti faccia bene, ma non è così) ti invoglia a tacere e a continuare a vivere come hai sempre vissuto. Bene, io mi sono forzato, e piano piano l'ho detto alle persone più importanti della mia vita, tra cui la mia famiglia. Dirlo in famiglia è stato, mamma mia. Mi vengono ancora i brividi su per la schiena.. Non nego che sia stata dura, anzi: è stata durissima. Tremavo, piangevo, perdevo moccio dal naso: una scena pietosa vista dal fuori. Però sono riuscito a dirlo: le reazioni, alcune con un po' di tempo, sono state tutte comprensive e ora è tutto tornato alla normalità. Dentro si è aperto un rubinetto, e quando ho incominciato a parlarne volevo sempre allargare la cerchia delle persone che lo sapevano. Qualche tempo fa ho deciso di cambiare anche lo stato "Mi piacciono" su Facebook e così molte persone credo l'abbiano saputo per via telematica. Magari la mia smania di volerlo dire è stata eccessiva, ma l'averlo nascosto dentro per anni e anni, mi ha portato poi a volermi liberare di questo macigno con le persone che conoscevo. Mi sentivo in dovere, proprio in dovere, con i miei amici.
Ora sono qua, consapevole che devo ancora affrontare delle prove con me stesso, perché voglio che sia realmente una cosa normale per me e per gli altri.
Credo che poi scriverò aneddoti passati e presenti su questa faccenda, magari possono servire a far riflettere un fantomatico lettore che passa per questi lidi.

17 ott 2011

Gambero rosso

Vecchio amico, perché sei così timido? Un soffice rumore risveglia le lacrime dal tuo pozzo. Una serie televisiva risveglia un sacco di buoni propositi in te: perché ogni cosa è sempre presente e perennemente assente? Mi chiedo come avrei reagito, a una notizia così. Siamo buone persone? Ho fatto veramente il possibile, ero realmente convinto di volerlo fare? A volte la noia prende il sopravvento, ingiallisce ogni buon proposito. Un insetto insegue le lettere sul mio schermo, le vuoi acchiappare. Sbagli, ricordi, un po' di musica. Bere un liquore amaro, bere una birra spiacevole, mangiare un capello nel piatto, finire spiaccicato contro il vetro, trasparente, mentre si è in volo. Tutte le volte le cose sono lì davanti, in attesa di essere viste, vogliono realmente essere viste. Il tuo ronzio lontano sempre richiamare la mia attenzione, e io sono sordo. Corri, vola avanti, svuota la vescica, ruota la caviglia, il piede scricchiola. Luce spenta, respiri da solo, sospiri assopiti, un libro accasciato sul pavimento quadrettato. Un tappeto volante lascia la foresta del tuo malessere, lascia per sempre il tuo sospiro. Uscire, ricucire, ripartire. Una guerra dei pensieri, fagocita il tuo disprezzo, mangia il tuo sale, succhia un po' di zucchero, lascia una tazza dietro di te. Un corvo scorre alto, sulla foto. Tu lo guardi, lontano sul tuo sedile. Pronto, porta in alto un fazzoletto di carne, lascialo appeso, che una nuvola lo trasformi in elettricità. Corrente dentro la testa, simulare un corto circuito. Un pigiama a palline, un po' di capelli bianchi, un corridoio buio, e una luce in fondo. Formare falsi corridoi, sembra essere un hobby. Vetrate che non si vedono, ma rompono tutto. Vorrei avere un assaggio di tutto quello. E' ora di pranzo. Canguri sul tuo schermo chiedono attenzione, accensione di navicelle S celesti e bianche, calendario sul 17 ottobre.
Continuiamo a saltare, tra gioie e dolori, tra latte e pastori, tra luci e gusti, tra bambini e anziani, tra lettere e sabbia, tra ruote e pavimenti, tra quadrati e equazioni, tra singulti e dolci prati ruvidi, in fondo tra un po' di rosso e un po' di rosa, fiori e farfalle morte. E anche tra colori e occhi scuri. Indossa gli occhiali, guardare le cose con un colore diverso come facevi qualche ora fa, spero di essere un crostaceo rosso, magari so anche quale.


Foto scattata a Marina di Vecchiano, l'altro giorno.